Il primo monumento ai caduti della Grande Guerra

Il monumento ai Caduti che sorge nel sagrato della chiesa parrocchiale di Palazzolo, il primo eretto in Veneto e quarto in Italia dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, fu inaugurato il 3 agosto 1919. La storia narra che Don Augusto durante la guerra visitava le famiglie, scriveva ai soldati in armi, e voleva dedicare un altare davanti la chiesa, sul quale posare degnamente il pianto e il dolore dei familiari degli eroi morti al fronte. Quando a Padova, a Villa Giusti, fu firmato l’armistizio il 3 novembre del 1918, il sacerdote costituì un comitato secondo la normativa chiamato “Commissione” da lui diretto. Incontrò le famiglie del paese, raccolse offerte, fece redigere il progetto del monumento e suggerì una colonna spezzata. Ordinò i marmi a Sant’Ambrogio di Valpolicella e l’artista Ferrari eseguì la scultura, ingaggiò muratori e manovali che in quel periodo erano i soldati invalidi rimpatriati dalla prima linea o dai campi di prigionia di Mauthausen, definiti “le città dei morenti”.

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Via Piave, 3, Sona, VR, Italia

Il Museo della vita quotidiana a Sona

Il museo nasce all’interno di un progetto dell’ Associazione Nazionale Alpini e si divide in quattro aree tematiche:

1. Gli attrezzi dei mestieri agricoli e manifatturieri, della chiesa e vita quotidiana della fine del 1800 e inizi 1900,
2. Le radiotrasmittenti della seconda guerra mondiale,
3. I Beni Culturali della prima e seconda guerra mondiale e del periodo della leva obbligatoria,
4. Una raccolta unica nel suo genere di numismatica e cartoline dedicate ai nostri battaglioni Alpini.

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Gruppo Alpini Lugagnano, Via Caduti del Lavoro, Sona, VR, Italia

Centinaia di reperti fossili di grande importanza

Il Museo intitolato ad Attilio Fedrigo raccoglie materiali fossili di grande bellezza e importanza che propone, attraverso alcune centinaia di reperti di provenienza italiana ed estera, un’ampia visione delle forme viventi sulla terra, partendo dalle ere più antiche (Paleozoico, oltre 500 milioni di anni fa) fino al periodo Olocenico (qualche migliaia di anni fa).

Molto importanti all’interno della collezione sono reperti quali: trilobiti, graptoliti, ortoceratidi dell’Era Primaria, grandi ammoniti dell’Era Secondaria, alcuni grandi gasteropodi del Terziario, resti di elefanti ed altri mammiferi dell’Era Quaternaria. Gli esemplari, sicuramente significativi da un punto di vista estetico e quindi espositivo, hanno notevole rilevanza scientifica sia per la rarità sia per l’interesse paleontologico.

L’esposizione presenta solo una piccola parte di ciò che Attilio Fedrigo raccolse nel corso della sua vita, ma esemplifica la scienza paleontologica in modo chiaro e preciso. Attilio Fedrigo, nato a Negrar di Verona nel 1909, coltivò a lungo la passione per le Scienze Naturali.

A partire da quegli anni arricchì notevolmente la collezione naturalistico-paleontologica non solo mediante ricerche personali in Italia e all’estero ma anche attraverso vari scambi ed acquisizioni. Nel 1963 allestì, a scopo didattico e scientifico, l’esposizione dei reperti da lui raccolti negli anni, una collezione che nel 1988 donò al Comune di Sona per l’istituzione di un museo paleontologico comunale. Purtroppo la morte, nel 1992, gli impedì di veder realizzata questa meritoria aspirazione.

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Museo Civico "Fedrigo", Piazza della Vittoria, Sona, VR, Italia

La Torre Scaligera trecentesca sorge su una collina a 200 metri s.l.m.

Per la sua posizione dominante ebbe funzione di avvistamento e fu designata come punto trigonometrico cioè visibile da altri luoghi in maniera inequivocabile. La torre era stata identificata a tale scopo per misurare le distanze con altri punti durante la stesura della carta d’Italia, a cura dell’Istituto Geografico Militare completata nel 1902.

Ha quattro aperture a bifora sorrette da colonne di mattoni e merli ghibellini agli angoli della copertura, con tegole. Nella cella campanaria sono collocate nove campane, un concerto completo, che viene suonato da premiati campanari che eseguono concerti con metodo veronese. Sul lato Sud ed Ovest sono posizionati gli orologi. Conserva tracce di un leone di San Marco, simbolo della Repubblica Veneziana che dominò su queste terre dal 1405 al 1796. Si dice che facesse parte di una fortificazione con quattro torrioni. In effetti, durante i lavori di sistemazione del terreno ad ovest della stessa torre, fu scoperto un muro antico che collega al vicino edificio, noto con il nome “il Castello”, ora villa Manzati. Il massiccio complesso è ancora dotato ai lati ad Est e Ovest di due torri merlate ed essendo situato in posizione strategica sull’ultima collina morenica che degrada verso la Pianura Padana costituiva un tempo, come la torre, un importante punto di avvistamento. All’interno alcune stanze sono ornate di affreschi settecenteschi con scene agresti.

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Torre Scaligera, Via Castello, Sona, VR, Italia

La piccola chiesa di origine romanica su un colle a nord del paese

Si narra che San Zeno, vescovo di Verona nel IV secolo, venisse a celebrare la messa su questo colle, a metà strada tra Verona e il lago di Garda, per incontrare, evangelizzare e battezzare le popolazioni del luogo e della zona del lago. Il termine pieve, infatti, deriva dal latino “plebs”, popolo, e indicava un luogo di riunione e di ritrovo generalmente agreste. La pieve è datata intorno al Mille, certamente era già esistente nel 966, come attesta una pergamena conservata nell’Archivio di Stato di Verona. È costruita con sassi disposti a spina di pesce e lavorati con malta ornata di losanghe, per renderli più armonici nella sobria struttura romanica. Fu eretta sul luogo dove in precedenza esisteva una chiesa longobarda e prima ancora un tempio pagano di epoca romana. In epoca romana e longobarda fu sede di sacri riti, pagani prima e cristiani poi. Sono chiaramente identificabili un’ara romana murata in sporgenza all’angolo sinistro della facciata della chiesa, probabilmente un antico altare pagano.

Questo luogo sacro ha l’originalità di avere una sola navata ma due absidi che racchiudono l’una l’altare maggiore, l’altra l’antico fonte battesimale.
L’interno era completamente dipinto: gli affreschi rimasti sono di inestimabile pregio, i più antichi risalgono addirittura all’anno Mille.

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Pieve di Santa Giustina, Via Santa Giustina, Sona, VR, Italia

La piccola chiesa parrocchiale

La Chiesa di San Zeno di Montagna, ideata dall’architetto Alessandro Paduzzi, è costruita su una precedente cappella risalente all’età romanica e dedicata a San Zeno. La versione attuale della piccola chiesa parrocchiale presenta una facciata neoclassica e all’interno è strutturata su una sola navata. L’elemento caratteristico della chiesa è la torre campanaria, rivestita di colore rosso, che culmina con una cupola.

Informazioni utili

Chiesa di San Zeno Vescovo, Via degli Alpini, San Zeno di Montagna, VR, Italia

Monumento Napoleonico di Rivoli Veronese

Rivoli fu teatro di battaglia nel Gennaio 1797 quando le truppe di Napoleone, impegnate nella campagna d’Italia, affrontarono l’esercito austriaco agli ordini del generale Alvinczy. Per ricordare la gloriosa vittoria, una delle più importanti vie di Parigi venne intitolata “Rue de Rivoli”. Nel 1806 sul campo di battaglia venne eretto un imponente monumento costituito da una colonna che raggiungeva i 20 metri di altezza. Questo monumento fu abbattuto dagli austriaci nel 1814, dopo la caduta di Napoleone: ne rimangono ad oggi l’imponente basamento ed alcuni resti.
Presso il Palazzo Municipale è possibile visitare la Sala Massena, nella quale è presente una sezione del Museo Napoleonico, collezione Galanti.

Informazioni utili

Monumento Napoleonico di Rivoli Veronese, Rivoli Veronese, VR, Italia

045 7281166

protocollo@comune.rivoli.vr.it

Referente: Comune di Rivoli

Il forte sull’altura del Monte Castello

Costruito tra il 1850 e il 1851 sull’altura del Monte Castello, a Nord-Est di Rivoli, il Forte doveva proteggere le strade che da Affi si dirigono a Rivoli e all’Adige, incrociando il suo tiro con i forti di Ceraino e Monte. Denominato Wohlgemuth in onore del generale austriaco, distintosi nella campagna del 1848, il corpo principale del Forte è costituito da una doppia casamatta cilindrica sovrapposta: passato agli italiani nel 1866 con l’annessione del Veneto, il Forte fu modificato con l’inversione del tiro delle batterie e con l’aggiunta di una batteria più bassa e di una caserma. Venne inoltre costruita a meridione del paese di Rivoli la Polveriera.
I compendi sono attualmente di proprietà comunale ed utilizzati per finalità culturali e congressuali.
Forte Rivoli è visitabile nei fine settimana.

Informazioni utili

Forte Wohlgemuth di Rivoli, Via Castello, Rivoli Veronese VR, Italia

380 6337903

info@forterivoli.it

Referente: Associazione “Amici del Forte”

Sede del castello scaligero e dei resti dell’antica torre romana della via Gallica

Tra il 1500 A.C. ed il 600 A.C., il villaggio palafitticolo di Peschiera fu il centro della cultura del nord Italia e soprattutto capitale della produzione del bronzo.
Si narra nel periodo romano, della presenza a Peschiera di una imponente torre quadrata di 9 metri di larghezza, 2,5 metri di spessore, alta almeno 25/30 metri e costruita in pietra marmorea. Questa torre aveva una gemella dal lato opposto del fiume Mincio e collegava con un ponte la terraferma a Peschiera nella cosiddetta opera fortificatoria “a testa di ponte doppia”. La posizione militarmente strategica sulla via Gallica, inserita tra il lago e le pianure paludose, come unico passaggio di massa tra veneto e lombardia, rese Peschiera, nei secoli, desiderio di molti popoli quali la famiglia scaligera veronese dal 1200, gli sforza milanesi dal 1300 fino ai veneziani dal 1500 e gli austriaci nel 1800.

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Rocca Scaligera con torre romana, Peschiera del Garda, VR, Italia

Ponte panoramico sul Canale di Mezzo

Il Ponte dei Voltoni, di cui si riconoscono le caratteristiche cinque arcate, fu costruito
nel 1556. Il provveditore veneto Iacobo Gauro, la cui lapide è ancora oggi visibile sulla facciata della casa eretta in Via Dante, diresse i lavori di costruzione subito dopo la realizzazione della fortezza. All’uscita del ponte, passando sotto il volto più vicino alla Piazza Ferdinando di Savoia, sorgeva la stazione fissa di pesca, denominata “Pescarezzo”.
Queste stazioni di pesca fisse erano caratteristiche di Peschiera del Garda, citate anche
in epoca romana dai testi di Plinio il Vecchio. Di queste postazioni oggi resta l’ultima
testimonianza presente sul lago di Garda. Recentemente restaurata, come memoria
storica e museale, oggi è visibile dal Lungolago Bonomi oppure grazie al servizio di
visite guidate in barca. Il Ponte dei Voltoni rappresenta oggi una delle immagini più
caratteristiche di Peschiera del Garda.

Informazioni utili

Ponte dei Voltoni, Via Dante, Peschiera del Garda, VR, Italia

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